Come l’autoconsumo collettivo spinge i fornitori di energia a reinventarsi
Un esempio emblematico di forza trainante che ha accelerato l’uso di energia rinnovabile in Europa è il Green Deal europeo, introdotto dalla Commissione europea nel 2019. Questa iniziativa è pensata per fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2025, con particolare riguardo all’uso di energie rinnovabili. Al centro di questa iniziativa vi è il pacchetto "Pronti per il 55%", un insieme di proposte volte a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Uno degli obiettivi principali del pacchetto è la revisione della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili (RED II), che ha innalzato l’obiettivo dell’Unione europea in materia di energia rinnovabile ad almeno il 40% entro il 2030 (in seguito incrementato al 42,5% nella direttiva riveduta nel 2023).
Il piano REPowerEU, introdotto in risposta alla crisi energetica provocata dall’invasione russa dell’Ucraina, ha ulteriormente elevato gli obiettivi al 45% entro il 2030, parallelamente agli sforzi volti ad accelerare i progetti incentrati sulle energie rinnovabili e ridurre la dipendenza da combustibili fossili.
Queste iniziative, unite agli obiettivi nazionali vincolanti, sono state fondamentali per promuovere l’aumento delle fonti rinnovabili come l’energia eolica, solare e da idrogeno in Europa.
La Francia è un perfetto esempio di Paese in cui questo cambiamento è stato oltremodo accelerato dall’approvazione della legge del 2015 relativa alla transizione energetica per la crescita verde e dal successivo Accordo di Parigi. La legge è volta a ridurre la dipendenza del Paese dai combustibili fossili, aumentare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico e migliorare l’efficienza energetica.
Negli ultimi anni la Francia ha registrato un aumento significativo della potenza installata da fonti rinnovabili, in particolare energia eolica e solare, con un incremento del 75% della produzione di energia primaria rinnovabile dal 2005. Le politiche pubbliche e gli incentivi finanziari hanno svolto un ruolo decisivo in questa trasformazione.
Al contempo, progressi tecnologici come smart grid e sistemi di energy storage stanno facilitando l’integrazione delle fonti rinnovabili nel contesto energetico. Queste innovazioni promuovono l’aumento di energia pulita su scala nazionale e locale. In particolare, si è riscontrata una crescita vertiginosa della produzione di energia rinnovabile a livello locale, fattore che ha accelerato l’espansione di un mercato dell’energia decentralizzato. In questo nuovo contesto si è fatto spazio un numero sempre maggiore di piccoli produttori, da privati a comunità locali.
Questa tendenza ha portato alla comparsa di nuovi modelli di autoconsumo collettivo, che stanno modificando il panorama energetico francese. Questi modelli di produzione dell’energia decentralizzata svolgono un ruolo fondamentale nell’avanzamento della transizione energetica a livello locale, in quanto spingono i fornitori di energia tradizionali a ridefinire le loro strategie e ad adattarsi a un futuro caratterizzato da una generazione elettrica distribuita e più sostenibile.
In questo articolo analizzeremo l’evoluzione dell’autoconsumo, utilizzando la Francia come esempio e mostrando come questa tendenza stia spronando i fornitori di energia a reinventare i propri modelli di business.
L’autoconsumo collettivo (AUC) ha registrato un’espansione negli ultimi anni
Lo schema di autoconsumo collettivo (schema AUC) rappresenta un modello di consumo energetico locale innovativo, che consente a diversi consumatori di condividere l’elettricità prodotta da fonti di energia rinnovabili. Opera in una struttura in cui produttori e consumatori costituiscono un unico ente giuridico. Questo ente sovrintende la produzione e la distribuzione di elettricità tra i suoi membri, che possono essere persone, imprese o comuni. In questo modello è centrale il ruolo del gestore della rete di distribuzione, che misura il consumo di energia del consumatore e del produttore, calcola la quota di elettricità da assegnare ad ogni partecipante e fornisce questo dato ai fornitori di energia per adattare la fatturazione di conseguenza.
Il potenziale dell’AUC è immenso. I progetti AUC prosperano in diversi contesti: dalle aree industriali, alle isolate zone rurali, alle regioni metropolitane, agli edifici residenziali, alle strutture pubbliche. Solo nel 2023, il numero di iniziative AUC in Francia è raddoppiato rispetto al 2022, con un incremento della capacità dei nuovi impianti basati sullo schema di autoconsumo collettivo del 34%.
Alla base di questa crescita vi è il vantaggio fondamentale dell’AUC: l’accesso a energia locale, pulita e conveniente. I consumatori si avvalgono della tariffa ridotta di utilizzazione delle reti pubbliche di elettricità TURPE (Tarif d’Utilisation des Réseaux Publics d’Electricité) per l’energia autoprodotta, che incentiva i proprietari e le comunità a implementare questi progetti e a ridurre la propria fattura elettrica.
Le imprese e i comuni, in particolare quelli severamente colpiti dalle impennate dei prezzi dell’energia, stanno adottando l’AUC come “scudo di resilienza economica e sociale”. La legge del 2023 sull’accelerazione delle energie rinnovabili ha ulteriormente dato impulso a questo cambiamento, in quanto semplifica il processo di regolamentazione per i progetti AUC e rende più rapida e trasparente l’implementazione di queste iniziative.
Questa legge consente inoltre alle comunità di stipulare contratti privati con i produttori al di là del limite di 2 km di distanza, consentendo loro di ottenere energia rinnovabile da parchi solari o eolici situati più lontano.
Anche i gestori di rete sostengono la crescita dell’AUC. In un contesto di crescita della domanda di energia elettrica che aumenta il carico a cui sono sottoposte le reti, i progetti AUC locali contribuiscono a gestire meglio il flusso di energia.
L’AUC offre, inoltre, vantaggi significativi in termini di efficienza energetica. Mediante la fornitura di energia tradizionale, il rendimento del mix energetico francese è pari a solo il 43% dell’energia primaria consumata, mentre la produzione di rinnovabili a livello locale mediante progetti AUS consente di raggiungere un rendimento di quasi il 100%.
Con questo modello, l’AUC non solo promuove la sostenibilità energetica, ma rafforza anche le comunità locali, divenendo in questo modo una pietra angolare nella transizione verso un futuro più ecologico in Europa.
Politiche di incentivazione per permettere di sfruttare il potenziale dell’AUC
Nonostante i molteplici vantaggi che presenta, l’autoconsumo collettivo (AUC) in Francia si trova ad affrontare alcune sfide, in particolare legate alla redditività. L’energia prodotta mediante l’AUC è gravata da numerose tasse e imposte, tra cui la tariffa di utilizzazione delle reti pubbliche di elettricità TURPE, il contributo al servizio pubblico di elettricità CSPE e l’IVA, che minano l’attrattiva economica di questi progetti. Come l’autoconsumo privato, l’AUC trae vantaggio dalla distribuzione locale di energia tra i produttori, come nel caso dei parchi fotovoltaici, e i consumatori locali. Tuttavia, a differenza dell’autoconsumo privato, l’energia prodotta mediante AUC è soggetta alla tariffa TURPE, sebbene le corte distanze che caratterizzano l’AUC riducano significativamente il carico a cui è sottoposta la rete nazionale. Benché l’AUC si avvalga di una tariffa TURPE ridotta rispetto alla fornitura di energia tradizionale, essa costituisce comunque un fattore limitante se paragonata all’esenzione offerta all’autoconsumo privato.
In alcuni Paesi europei, le politiche di incentivazione hanno favorito notevolmente la crescita di comunità energetiche. In Italia e Portogallo, ad esempio, le iniziative pubbliche favoriscono l’AUC rispetto all’autoconsumo privato, perché lo rendono sostenibile dal punto di vista economico. Secondo uno studio condotto dai ricercatori, le comunità energetiche in questi Paesi godono di migliori condizioni finanziarie grazie agli incentivi pubblici, come sussidi diretti, sgravi fiscali e tariffe di alimentazione favorevoli. Queste politiche favoriscono la partecipazione dei consumatori e migliorano la fattibilità economica dei progetti AUC.
Nei Paesi che attualmente non sfruttano appieno i vantaggi dello schema AUC, è possibile esplorare diverse soluzioni. Una possibilità è quella di seguire lo stesso approccio adottato nel caso dell’autoconsumo privato, riducendo o eliminando le tariffe in vigore applicate al sistema di trasmissione pubblico per l’AUC. Un’altra opzione è l’introduzione di un modello di riacquisto dell’energia prodotta in eccesso, con livelli di valutazione variabili a seconda del tasso di autoconsumo. Infine, l’offerta di incentivi specifici per l’AUC potrebbe spingere i consumatori a intraprendere la strada dell’approvvigionamento energetico locale.
Creando il giusto contesto legale e adottando politiche di questo tipo, gli Stati potranno sfruttare appieno il potenziale dell’AUC e farlo divenire un elemento cardine nel processo di transizione energetica nazionale.
Che cos’ha in serbo il futuro per i fornitori di energia?
L’autoconsumo collettivo (AUC) sta trasformando il contesto energetico francese, alla stregua di altre innovazioni verdi come l’autoconsumo privato, le pompe di calore, i veicoli elettrici e gli scaldacqua termodinamici. Tuttavia, l’AUC si trova ad affrontare una sfida diversa: il fornitore di energia deve differenziare l’energia consumata mediante produzione collettiva da quella ottenuta dalla rete nazionale, garantendo al cliente una fatturazione precisa.
Al di là di questa sfida tecnica, i fornitori di energia dovranno prendere una decisione strategica: rimanere fornitori tradizionali, che acquistano l’energia dai mercati e la rivendono ai clienti, o divenire forza trainante del cambiamento, guidando i propri clienti nel loro percorso di transizione energetica. Man mano che i consumatori diventano consapevoli degli interessi ambientali ed economici in gioco, si trasformano da acquirenti passivi ad attivi partecipanti. Questo cambiamento offre nuove opportunità, in quanto i consumatori iniziano a rivolgersi ad aziende innovative e non più ai fornitori tradizionali.
Stanno emergendo nuovi attori nel mercato dell’energia, che decidono di ampliare la propria attività principale mediante l’inclusione di servizi di fornitura energetica. Ad esempio, aziende come AIRA, famosa per le sue pompe di calore, offrono ora servizi energetici per fornire una soluzione integrale ai propri clienti. Questa tendenza evidenzia la necessità per i fornitori tradizionali di ripensare alla propria strategia.
Ciò nonostante, i fornitori di energia tradizionali detengono ancora un vantaggio significativo: i rapporti di lunga data con i propri clienti. Per sfruttare al meglio queste relazioni tessute nel tempo, devono superare i modelli convenzionali e anticipare i bisogni in continua evoluzione dei propri clienti, in particolare quelli determinati dai nuovi usi dell’energia. Vi sono tre aree principali in cui i fornitori possono offrire le proprie competenze:
- Ottimizzazione dei modelli di consumo: aiutare i clienti a spostare il proprio consumo energetico nelle fasce orarie di produzione autonoma per una maggiore efficienza.
- Fatturazione basata sulla curva di carico: offrire tariffe precise sulla base di modelli di consumo e creare offerte promozionali a breve termine per incentivare l’uso di energia.
- Gestione della riduzione del carico: una strategia che combina quelle precedenti e che consente di distribuire meglio l’energia e di ottimizzarne l’uso nelle fasce orarie di picco.
Innovando per soddisfare queste esigenze, i fornitori di energia riusciranno a garantire la propria posizione in un mercato in continua evoluzione, fidelizzare i propri clienti e contribuire più ampiamente alla transizione verso un sistema energetico basato su fonti rinnovabili.
I fornitori di energia devono modernizzare i propri sistemi informatici per far fronte alle nuove esigenze d’uso
È indiscutibile che le piattaforme ERP e i Customer Information Systems del settore energetico attualmente utilizzati dai fornitori di energia non sono stati pensati per far fronte agli stravolgimenti in atto nel settore. Benché la maggior parte dei sistemi sia in grado di gestire la separazione tra i flussi di energia autoprodotti e quelli forniti dalla rete nazionale, nonché l’applicazione di nuove imposte, pochi sono dotati degli strumenti necessari ad affrontare le profonde trasformazioni all’orizzonte.
Le esigenze emergenti sottopongono a una pressione sempre maggiore sistemi informatici non concepiti per gestire tali processi. In passato, i dati sull’energia erano raccolti di tanto in tanto e la fatturazione era effettuata per lotti. Oggi i sistemi devono elaborare enormi volumi di dati e fornire risposte in tempo reale, che sono necessarie non solo per gestire i nuovi casi d’uso dell’energia ma che i consumatori più coinvolti e informati si aspettano di ricevere.
Questi sistemi devono essere inoltre flessibili per coesistere con altre soluzioni in un ecosistema variegato e per integrarsi facilmente con piattaforme di terzi che gestiscono funzionalità specifiche, come la riduzione del carico o la tecnologia vehicle-to-grid (V2G) per i veicoli elettrici. I sistemi tradizionali non sono, purtroppo, sufficientemente preparati a sostenere tali progressi e non sono in grado di affrontare le nuove sfide relative alla sicurezza informatica che queste innovazioni comportano.
Per i fornitori di energia aggiornare la propria infrastruttura informatica non è più un’opzione, ma è fondamentale per stare al passo con la concorrenza in un mercato in rapida evoluzione.
Come può triPica accompagnare i fornitori di energia nel loro processo di modernizzazione?
Concepita come piattaforma cloud-native, real-time, aperta e multisettoriale, triPica è la soluzione ottimale per soddisfare le esigenze della transizione energetica. È stata progettata per supportare i casi d’uso emergenti e continua a sostenere attività di questo tipo, come gestire iniezioni di energia provenienti da batterie di veicoli elettrici e ricompensare i clienti per la loro partecipazione a questa attività.
Grazie a una base tecnologica solida e a un modello di dati generico e flessibile, triPica è pensata per adattarsi ai servizi offerti e per questo motivo si distingue da soluzioni di mercato concepite per un’esigenza specifica che in futuro saranno necessariamente costrette ad evolvere. Questa adattabilità offre a triPica e ai fornitori di energia che utilizzano la piattaforma un vantaggio competitivo. Grazie anche alla sua scalabilità e resilienza, triPica rappresenta la soluzione più sostenibile per affrontare un futuro segnato da usi dell’energia ancora sconosciuti, indipendentemente dalle dimensioni e dalle ambizioni del fornitore di energia.